VI Distretto Industriale tessile


Nasce a San Giuseppe Vesuviano, in Provincia di Napoli, il VI Distretto industriale tessile-abbigliamento. Obiettivo, rilanciare un settore che è parte integrante del contesto socio-culturale del territorio. Alla presentazione del Progetto, tenutasi il 10 gennaio 2006 presso l’ Istituto Alberghiero di Ottaviano (Na), erano presenti i rappresentanti della Provincia, dei Comuni afferenti al Progetto, dell'Unione Industriali di Napoli, della Camera di Commercio di Napoli, oltre ad imprenditori locali e esponenti di associazioni. Presidente del Distretto è stato designato Luigi Giamundo, già Presidente del settore tessile dell’ Unione Industriali di Napoli, definito da tutti come un’ ottimo imprenditore dalla dialettica fine. Riportiamo alcuni punti del progetto della relazione del Presidente Gino Giamundo:

Studio-Delizia 

Il distretto:

Sala-Attesada formula giuridica a contenitore di idee e progetti. Occorre trasformare il distretto industriale da mero strumento giuridico con connotazioni astratte, a contenitore di idee e progetti. Un distretto che deve vedere il pieno coinvolgimento degli attori Istituzionali, con una progettualità integrata e coordinata. Per creare i presupposti di una piena ed ampia partecipazione occorre la massima collaborazione di tutti gli attori del distretto, a partire dalle Istituzioni locali fino ad arrivare agli imprenditori.Per fare questo occorre in primis creare nella coscienza dei singoli le condizioni e il coinvolgimento partecipativo nelle scelte, attraverso azioni volte ad avvicinare il distretto agli imprenditori ed agli stessi amministratori locali. Si stabilirà un criterio di turnazione per cui ogni comune ospiterà a rotazione il Consiglio Direttivo. Un modo anche simbolico per fare entrare nelle coscienze degli amministratori locali il concetto e l’esperienza del distretto. Proprio nell’intento di rendere partecipi i comuni del distretto sarà istituito un presidio per ogni comune, che farà da link tra il territorio e il comitato. Il presidio dipenderà dall’Assessorato alle attività produttive locali, ed avrà una funzione consultiva, farà uno screening delle attività locali ed esprimerà indicazioni in termini progettuali. Verrà creato il logo del distretto per identificare ed attribuire una forte riconoscibilità, verrà effettuata un’attività di media relation ed un’attività di branding del distretto.

Enti locali: S. Giuseppe Vesuviano, Striano, Palma Campania, Ottaviano, Terzino, Poggiomarino, S. Gennaro Vesuviano, Carbonara di Nola.

Un distretto Global-Local: l’impostazione del distretto è quella di partire dalla valorizzazione delle identità locali, per creare un collegamento con distretti appartenenti al bacino del Mediterraneo, sia in termini di affinità culturali che per ragioni di opportunità logistica.

Un distretto che produce servizi:

Sala-Riunionil’economia ha subito un cambiamento radicale, per cui occorre interpretare le nuove dinamiche. Se fino a qualche tempo fa si pensava al distretto ed alle imprese unicamente nel senso di attività rivolte alla produzione di beni materiali, oggi occorre invertire la rotta. Il distretto deve produrre servizi ed esportare know how, attraverso alleanze con altri distretti industriali. Un cambiamento epocale che investe tutto il sistema delle piccole e medie imprese italiane, che dovranno puntare oltre che sulla produzione di beni materiali, sulla tutela del know how alla base dei processi industriali. Da qui nasce l’esigenza di creare un marchio di distretto identificativo delle produzioni locali, per valorizzare l’immagine delle stesse, preservando nel contempo la creatività ed il know how alla base dei processi industriali. Ogni anno dal distretto partono centinaia di milioni di capi: un’etichetta per ogni capo significa promuovere nel mondo l’immagine di un distretto che produce ed esporta il territorio come esperienza. Far vivere il territorio del distretto come esperienza significa valorizzare non solo il cmparto moda, ma costruire intorno ad esso un legame con il territorio nel suo complesso, fatto di arte, cultura ed ambiente. Il modello espresso in altri contesti territoriali, come ad esempio in Toscana, basa il suo presupposto sulla capacità di mettere in rete un territorio, nelle sue diverse anime, dalla moda alla cultura al paesaggio. Ciò significa in sostanza attribuire un’importanza strategica alla cultura, che non deve essere intesa come corpo a sé stante del territorio, bensì legata alle attività produttive a doppio filo.

Le tre direttrici del distretto sono: Internazionalizzazione, Formazione (ricerca) e Strumenti di sviluppo del territorio.

Studio-CorradoInoltre bisogna creare una biblioteca digitale del distretto cha raccolga e cataloghi in maniera sistematica, studi, ricerche, pubblicazioni e dati legati alle attività produttive del territorio. Questo tipo di attività vedrà impegnate le Università, ricercatori, privati e i comuni attraverso lo strumento dei presidi. Creare una mappa del distretto, creando una banca dati aggiornata delle aziende e dei territori e delle iniziative dal punto di vista dei piani di insediamento produttivo, per creare un coordinamento tra le iniziative in corso. Magazine di distretto: accordo con una testata economica per pubblicare uno speciale magazine del distretto distribuito in allegato con cadenza mensile. Distretto tv: formato da diffondere su canali satellitari ed in chiaro, a frequenza mensile, che parli della storia del distretto, delle sue attività, con interventi del presidente della Provincia, del comitato del distretto e con interviste ai membri del comitato di distretto. Pianificazione media: pianificazione sui media per promuovere le iniziative e le attività del distretto.